“Andiamo a vendemmiare”. Un WhatsApp dice quando, in Trentino

Raccolta 2020 all’insegna della tecnologia da Cavit

Chissà cosa penserebbero i vignaioli d’un tempo, con gli occhi all’orizzonte alla ricerca di segni premonitori del meteo e assaggi continui delle uve, in vigneto. Fatto sta che, nel 2020, anche la vendemmia è “super-tech”. Lo testimonia l’iniziativa di Cavit, che è in grado di indicare con un “WhatsApp“, il sistema di messaggistica istantanea che spopola tra i giovani, quando è il momento di raccogliere l’uva. “È ora, andiamo a vendemmiare”. O giù di lì.

Per monitorare lo stato di maturazione dei grappoli e stabilire i tempi ottimali della vendemmia, la nota cooperativa trentina ha dotato i vigneti di speciali sensori, collegati a spettrometri portatili.

Gli agronomi sono così in grado di rilevare il livello di zuccheri e la presenza di componenti acide dei grappoli, dando il via alla raccolta al raggiungimento della condizione ottimale di maturazione. Una tecnologia che gioca a favore degli oltre 5.250 viticoltori della cooperativa, che rappresentano più del 60% della superficie vitata del Trentino.

“Tutte le informazioni raccolte – spiega Andrea Faustini, enologo e responsabile scientifico del team agronomico Cavit – vengono elaborate e messe a disposizione dei viticoltori in modo immediato e semplice, tramite messaggio WhatsApp sul cellulare o via email, avvisando ciascuno in tempo reale sui modi migliori per procedere nel lavoro quotidiano”.

Questo avviene sia in periodo di vendemmia che durante il resto dell’anno: controllare le condizioni meteoclimatiche, pianificare le tecniche agronomiche, monitorare lo stato di idratazione del suolo o la presenza di patologie fungine e insetti per effettuare in modo mirato i trattamenti protettivi più consoni riducendoli al minimo”.

“Da noi in Trentino la vendemmia non è meccanizzata – aggiunge Lorenzo Libera, presidente Cavit – e la raccolta manuale in più stacchi assicura una miglior cernita dei grappoli che giungono integri alla pigiatura contribuendo ad un miglior risultato sulla vinificazione”.

Pioniere di innovazione sin dal 2010 con lo sviluppo del progetto Pica, la più avanzata piattaforma tecnologica per l’implementazione di una viticoltura di precisione ed eco-sostenibile, il Consorzio trentino ha perfezionato negli anni quello che definisce “un approccio su misura, che porta la tecnologia al servizio della manodopera, nel pieno rispetto della tradizione della viticoltura di queste zone”.

Un intervento “a misura d’uomo” che, in Trentino, è quantomai necessario. Il territorio, di fatto, è morfologicamente molto eterogeneo e presenta un’ampia varietà di climi, altitudini e paesaggi, con tipologie di terreno vocate alla viticoltura molto diverse tra loro. Una mano dalla tecnologia – e da WhatsApp – è il benvenuto da queste parti.

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